La Repubblica Italiana è basata sul Lavoro e non sul Reddito
Il Piano di Sviluppo Territoriale Diretto
del Comitato Tecnico Nazionale Autoimpiego
SMS: “Domanda di reddito di cittadinanza sospesa come previsto dall’articolo 48 del decreto legge 20/23 in attesa eventuale presa in carico dei Servizi sociali”.
Con questo SMS, il 28 luglio 2023, il Governo Meloni, comunicava a circa 169.000 occupabili, non occupati, la sospensione del Reddito di Cittadinanza, provvedimento che, entro il 2023, raggiungerà complessivamente oltre 400.000 destinatari.
Si tratta di oltre 400.000 persone che, sebbene occupabili e teoricamente in cerca di lavoro dal 6 marzo 2019 al 28 luglio 2023, per qualsiasi motivazione si voglia, di fatto, non hanno trovato lavoro, ammesso che, loro lo abbiano cercato e/o qualcuno glielo abbia offerto.
Quello che è certo che, con oltre 25 miliardi di euro spesi dallo Stato Italiano (leggasi Cittadini Italiani) dal 2019 ad oggi, il reddito di cittadinanza, se da un lato ha certamente consentito ad almeno 400.000 persone di vivere con un reddito assistenziale senza lavorare, altrettanto certamente, non ha consentito a queste persone di conseguire il vero obiettivo del provvedimento stesso, più importante e soprattutto sostenibile: un lavoro per gli occupabili.
Il reddito, per logica riferita a chi puo’ lavorare, e’ il prodotto di un lavoro e non di mera assistenza o di mera fortuna, ovvero, di soluzioni alternative al lavoro solo temporaneamente possibili ed ammissibili per occupabili, in modo saltuario ed occasionale ma non certamente sistemico.
Di fatto, il Reddito Di Cittadinanza, in relazione alla creazione di nuova occupazione, è stato un fallimento totale, non avendo prodotto, con ben piu’ di 25 miliardi di spesa pubblica, un solo nuovo posto di lavoro: piu’ fallimento di cosi’, i fini lavorativi, oggettivamente, non e’ possibile.
Certo, in questo lungo periodo di circa 4 anni, abbiamo corrisposto oltre 25 miliardi di reddito ad oltre 400.000 persone occupabili che, nel frattempo, non hanno trovato occupazione ed hanno vissuto di questo reddito: tuttavia, non possiamo o dobbiamo dimenticare che, la finalità di questo strumento era anche e soprattutto creare nuovo lavoro, per far produrre il proprio reddito ai beneficiari.
Sotto questo profilo, il reddito di cittadinanza è stato oggettivamente un fallimento totale, perché non ha prodotto un solo nuovo posto di lavoro, il ché, considerando i ben quattro anni di applicazione dello strumento nonostante tutte le criticita’ rilevate, è matematicamente impossibile, senza il riconoscimento di responsabilità condivise tra politica e fruitori in un patto, oggettivamente scellerato, in danno dello Stato Italiano e di tutti gli altri Cittadini.
Tuttavia, quello che interessa in questa sede, è una soluzione e non la ricerca di responsabilità pregresse che non hanno bisogno di alcuna indagine in merito, essendo del tutto chiare ed evidenti, le cause di questo fallimento anche al più inesperto, purché onesto, osservatore.
Per trovare lavoro è necessario creare delle opportunità di lavoro e cogliere quelle opportunità che, negli ultimi 4 anni, nessuno ha veramente creato e nessuno ha veramente cercato, per motivazioni che non stiamo ad indagare: gli effetti concludenti sono stati questi.
La soluzione a tale empasse non è ne’ semplice né univoca ma, come tutte le problematiche complesse, necessità di soluzioni complesse, possibili e praticabili, solo se scomposte in soluzioni semplici ma applicabili e praticabili.
Il punto di partenza è quindi semplicemente questo: per trovare lavoro nuovo è necessario creare nuovo lavoro, ovvero opportunità reali di nuovo lavoro, compatibili con gli occupabili che, ovviamente, non sono tutti uguali e dotati di medesime caratteristiche, competenze e capacità operative.
Ed il punto di partenza è proprio questo, a ciascuno il proprio lavoro, in funzione delle sue competenze, capacità e soprattutto propensione al rischio.
È un dato di fatto – sostiene il dott. Angelo Cicalese in qualita’ di esperto nazionale in finanza agevolata e creazione di nuove imprese – che il lavoro lo creano le imprese, ovvero gli imprenditori che, attraverso l’autonoma organizzazione dei vari fattori produttivi, creano una propria impresa e, successivamente, assumono altri lavoratori che, non intendendo sostenere rischi imprenditoriali, decidono di qualificarsi appunto come dipendenti, delegando all’imprenditore, problematiche e prerogative imprenditoriali con relativi oneri ed onori.
Sotto il profilo lavorativo – osserva il dott. Cicalese – non siamo tutti uguali ma, sostanzialmente, siamo molto diversi: alcuni hanno propensione al rischio ed alla creazione del proprio lavoro in forma autonoma di impresa mentre altri preferiscono delegare oneri ed onori d’impresa all’imprenditore.
Ed è proprio questo secondo il dott. Cicalese il bandolo della matassa da cui iniziare: forte di 8000 start up già create e finanziate negli ultimi 30 anni sull’intero territorio nazionale, il parere dell’esperto è proprio quello di cercare e supportare correttamente tra i 400.000 occupabili, quelli che potrebbero avere le caratteristiche e competenze per avviare nuove startup finanziate con Agevolazioni di Stato.
Adeguamente strutturato – sostiene il dott. Cicalese – questo sarebbe un primo passaggio concreto certamente vincente poiché sono anni che il Gruppo Eurofinance promuovere sull’intero territorio nazionale informazioni e strumenti di Finanza Agevolata essendo riuscito, in tal modo, a creare oltre 8000 nuove imprese senza garanzie bancarie, sulla base di un business plan con fondo perduto, in regime di autoimpiego ed autoimprenditorialità, proprio a favore di beneficiari occupabili che hanno deciso di crearsi il proprio lavoro autonomamente da imprenditori e non da dipendenti.
Concretamente – prosegue il dott. Cicalese – questo eccezionale risultato, è stato possibile attraverso la competenza che ha consentito di organizzare, in modo metodico e corretto, tutto il processo in termini di analisi del mercato di riferimento, informazioni dei potenziali beneficiari ed aspiranti imprenditori, strutturazione di processi di valutazione, analisi ed istruttoria personalizzati, che hanno consentito, su scala nazionale, di creare 8000 nuove imprese ed almeno altrettanti posti di lavoro imprenditoriali ai quali, ovviamente, sono seguiti molti altri posti di lavoro da dipendenti, assunti appunto da queste startup.
Il tutto, come meglio è ben descritto nel Piano di Sviluppo Territoriale Diretto (di cui al QR code in pagina), ovvero un progetto socio economico, concepito ed attuato dal dott. P. Angelo Cicalese in qualità sia di Presidente del Comitato Tecnico Nazionale Autoimpiego che di Presidente del Gruppo di società Eurofinance, che mette a disposizione, gli strumenti per l’attuazione del Piano, quali per esempio, la piattaforma di informazione ed analisi finanziaria agevolata Euroracle, oggetto di studio accreditato per buona prassi da parte di ODCEC.
Quindi, in sintesi, – secondo il dott. Cicalese – il punto di partenza corretto sarebbe di informare, identificare e supportare adeguatamente tra i 400.000 occupabili non occupati, tutti quelli che, attraverso un finanziamento agevolato di Stato, sarebbero interessati, disponibili ed idonei ad avviare una propria attività in forma di piccola impresa.
L’ Italia è un Paese molto ricco di opportunità imprenditoriali – osserva il dott. Cicalese – pessimamente valorizzate da politici, amministratori e cittadini, prevalentemente per incapacità organizzativa, circostanza che, rappresenta il vero ed unico vulnus del nostro sistema proprio nel valorizzare la nostra intrinseca ricchezza e che, per tal motivo invece, dovrebbe essere il primo obiettivo di qualsiasi Piano che voglia risolvere la causa e non l’effetto di questo problema.
Quindi – prosegue il dott. Cicalese – sapendo come fare, la soluzione è semplice e parte dalla rilevazione delle opportunità territoriali, all’informazione territoriale dei cittadini occupabili di queste opportunità e dei finanziamenti agevolati compatibili, al supporto organizzato di chi vuole effettivamente avviare una nuova impresa con finanziamenti agevolati in forma di autoimpiego ed autoimprenditorialità, fino alla creazione di una nuova impresa, di nuovo lavoro, di nuovi servizi ed utilita’ per i territori locali.
Certo, tra i 400.000 occupabili non tutti avranno vocazione imprenditoriale ma, appare altrettanto certo, – prosegue il Presidente del CTA – che qualcuno statisticamente tra di essi ci sarà e che, creare una nuova impresa, produce non solo occupazione diretta, relativa al neo imprenditore ma anche indiretta, connessa non solo ai potenziali nuovi occupati in forma di dipendenti di tali nuove imprese ma anche in forma di dipendenti ulteriori, relativi imprese fornitrici dei beni oggetto di investimento, necessari alla creazione di queste nuove imprese.
Si tratta di un circolo molto virtuoso perché, attraverso il Piano di Sviluppo Territoriale diretto, non solo si creano nuove imprese e lavoro in forma imprenditoriale ai diretti beneficiari ed ai loro futuri nuovi dipendenti ma, soprattutto ed anche, si produce nuovo PIL ed occupazione indiretta, in tutte le imprese fornitrici dei beni strumentali necessari all’avvio di queste startup.
D’altra parte, con i miliardi di euro in arrivo tra PNRR e Fondi Strutturali Europei, tutti i bandi esistenti saranno riattivati a breve: con fondo perduto, finanziamenti senza garanzie, erogazione su preventivo, erogazione su business plan, sia per la creazione di nuove imprese, in tutti settori, sia per il potenziamento di imprese gia’ esistenti, dall’anno corrente e fino al 2027 – chiosa il presidente Cicalese.
Certo, con questa dotazione di fondi non si risolverà il problema di tutti gli oltre 400.000 occupabili ancora non occupati ma, se non altro, il messaggio sarebbe chiaro e soprattutto risolutivo: l’Italia è una Repubblica basata su Lavoro e non sul Reddito di Cittadinanza, anche perché – prosegue il dott. Cicalese – la vita ancora prima che l’economia ti insegna che ciò che non è sostenibile non può essere sostenuto indefinitamente… e questa, non è una scelta di politica ma una scelta di vita praticabile per tutti.
In definitiva da agosto 2023 a fine anno e fino al 2027 avremo decine di miliardi di euro di agevolazioni europee sotto forma di contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso zero, senza garanzie bancarie, su business plan ed in tutti i settori di attivita’. Tali opportunita’ – conclude il dott. Cicalese – saranno in ordine temporalmente decrescente, nel senso che chi si attivera’ per primo avra’ maggiori possibilita’ di copertura finanziaria ed in generale possibilita’ di finanziamento.
Per questo il Gruppo Eurofinance ha deciso di restare operativo anche nel mese di Agosto, per cogliere in pieno tutte le opportunita’ di questo momento finanziariamente eccezionale e che, difficilmente, potranno essere replicate nel prossimo futuro.